mercoledì 29 gennaio 2014

Hannah Arendt


Hannah Arendt è un film molto coraggioso e autocritico, diretto da Margarethe Von Trotta.
In Italia è stato deciso di mandare il film nelle sale soltanto per due giorni, il 27 e il 28 gennaio, in occasione della giornata della Memoria. Il film non è stato doppiato, e quindi è sottotitolato in italiano, mentre gli attori recitano in gran parte in tedesco, ma anche in inglese e talvolta in ebraico.

Per chi non lo sapesse Hannah Arendt è stata una famosa filosofa, nonché un'ebrea tedesca. Nata in Germania nel 1906, è dovuta fuggire in Francia e in seguito negli Stati Uniti, a causa delle reggi razziali proclamate dal regime nazista. Gli USA sono rimasti la sua terra di adozione, e qui è rimasta fino alla sua morte, avvenuta nel 1975.


Il film tratta della vicenda che vide la Arendt (Barbara Sukowa) scrivere un resoconto per il New Yorker a proposito del processo ad Adolf Eichmann, un ex generale nazista. Corre l'anno 1961, e la tranquilla vita della Arendt, che è una docente universitaria, viene scossa da questa vicenda. La donna si dovrà recare infatti in Israele per assistere al processo, e le sue considerazioni non saranno molto apprezzate né dalla società americana, né da quella israeliana.
Le immagini del processo ad Eichmann sono tutte reali, così come le testimonianze dei sopravvissuti, e questo meccanismo contribuisce lo spettatore a sentirsi ancora più parte della vicenda.

Temo di non essere in grado di raccontare un film così magistrale e profondo: nella pellicola vengono menzionati moltissimi importanti pensatori, oltre alla stessa Arendt vediamo Hans Jonas (Ulrich Noethen), Mary McCarthy (Janet McTeer) e addirittura Martin Heidegger (Klaus Pohl).


Trattare un argomento così complesso e delicato non è stato facile, e la scelta di mostrare questo film proprio durante il giorno della Memoria è stata molto controversa, ma anche coraggiosa e ammirevole. La pellicola infatti non risparmia critiche a nessuno: alla Germania, alla società ebraica, a Israele e agli Americani.




Ho apprezzato moltissimo il film, anche se onestamente, è difficile parlarne. Non conosco la materia abbastanza, e oltre a rischiare di dire qualcosa di poco pertinente, rovinerei tutta la profondità della vicenda. Quindi, ascoltatemi e procuratevi il dvd: vale veramente la pena.

Voto finale: 9/10

Ma la blogger, chi è?

Parlo e straparlo di film da ben cinque mesi su questo blog e non ho mai detto niente di me.

Si presuppone che i miei unici lettori siano i miei amici su Facebook, ma se casomai capitasse qualcuno che non mi conosce di persona, mi sembra giusto dare qualche informazione di base sulla sottoscritta (non che ve ne importi qualcosa, lo so, ma fatemi sentire importante, SU, è pur sempre il mio blog).


Ebbene sì, questa sono io! La foto risale a due anni fa, ed è l'unica decente che ho nel computer, quindi pensate un po' a come devono essere terribili le altre.
Classe 1989 e studentessa di Comunicazione da ben 5 anni e mezzo, sono appassionata di cinema (ok, questa potevo risparmiarmela, immagino che sia facilmente intuibile), cani, serie TV, musica, storia, scrittura e viaggi. Sogno di diventare giornalista o comunque lavorare nell'ambito della comunicazione, ma poi chi lo sa veramente che cosa sogno. Per ora mi basta laurearmi il più in fretta possibile, e per fortuna manca davvero poco.

Adoro andare a letto tardi e svegliarmi molto tardi la mattina - almeno quando posso - ed è per questo motivo che sono ancora sveglia a quest'ora indecente.

I miei gusti in fatto di cinema? Fantasy, fantascienza, distopie e commedie sono senza dubbio i miei generi preferiti. I film che adoro in assoluto sono i vari Star Wars e Harry Potter, tanto per capirsi. Ma sì, facciamo i nerd.


In ogni caso guardo veramente di tutto, esclusi gli horror, perché sono la persona più paurosa sulla faccia della Terra. Il fioretto per questo 2014 è di smetterla con i filmacci troppo trash, e cercare di andare al cinema solo per guardare roba decente. Vedremo per quanto riuscirò a mantenerlo.

Musica? Spazio dalle canzonette pop, alcune quasi dance e imbarazzanti, al folk, fino ad alcuni residui di metal derivanti dalla mia gioventù-poco-perduta. Il mio gruppo preferito sono tutt'ora i Sonata Arctica, band finlandese power metal. Al secondo posto metterei i Modena City Ramblers, folk italiano vecchio stile, e al terzo Max Pezzali


Sì, lo so, sono piuttosto confusa.

Lasciamo stare i cani, la storia e la scrittura, che sono argomenti troppo complessi da affrontare all'1:30 di notte, e passiamo alle serie TV. Sono davvero aperta a tutti i generi, ma prediligo le commedie idiote, stile How I met your mother, o ancora meglio, The Big Bang Theory.




Con questo vi saluto e spero che continuerete a seguire il blog - se mai l'avete fatto - anche dopo aver scoperto chi è la blogger!

lunedì 20 gennaio 2014

I sogni segreti di Walter Mitty


Sono andata a vedere questo film perché non avevo altro da fare, e per passare un sabato sera, convinta che non mi sarebbe piaciuto molto. E invece mi sbagliavo. Ebbene sì, perché I sogni segreti di Walter Mitty è un piacere inaspettato.

Siamo onesti, il trailer non ci aveva lasciato grandi speranze. Confusionario, sembrava una di quelle storie senza trama che annoiano a morte lo spettatore.



In realtà Ben Stiller (personaggio principale e direttore del film) se l'è cavata alla grande nei panni del sognatore Walter Mitty, e anche la trama non è affatto spiacevole. Walter è infatti un editor fotografico per la rivista Life, che rischia di perdere il lavoro a causa di un cambiamento nella direzione dell'azienda. 

Walter Mitty, che non è mai stato un grande avventuriero e che si limita a subire passivamente gli eventi della vita e le angherie di alcuni colleghi, decide quindi di prendere le mani della sua vita e andare alla ricerca di un famoso fotografo (Sean Penn), per trovare il negativo di una fotografia andata perduta e che dovrebbe essere utilizzata come copertina dell'ultimo numero.  
Il protagonista si trova quindi a viaggiare fra la Groenlandia, l'Islanda e l'Afghanistan e  provando emozioni incredibili e sviluppando un senso di sicurezza mai sentito prima. Questa vicenda lo aiuterà anche a sbloccarsi nella sua cotta segreta per la collega Cheryl (Christen Wiig) e a prendere le redini della sua vita.

Il film è carino e a volte anche comico, dato che va scoppiare lo spettatore in un paio di autentiche risate. La recitazione e buona e la trama è particolare ma non fastidiosa. Tuttavia, il lato migliore della pellicola è sicuramente la sua scenografia mozzafiato. I paesaggi islandesi sono favolosi, così come quelli sull'Himalaya


La storia è tratta dal racconto breve "La vita segreta di Walter Mitty", pubblicata sul New Yorker il 18 marzo 1939 da James Thurber. Già dal 1994 si parlava di una versione cinematografica del racconto, che avrebbe visto come protagonista Jim Carrey, ma a causa di varie peripezie il progetto è stato rimandato fino al 2013. In definitiva, hanno lavorato davvero molto su questo film, e anche se la storia è carina ma non eccezionale, vale la pena di vederlo soltanto per la scenografia.

Ma soprattutto, ciò che più importante, è il fantastico messaggio che il film porta con sé: è inutile rinchiudersi in una vita noiosa, troppo sicura, monotona e insoddisfacente. Bisogna mettersi in gioco, viaggiare, scoprire il mondo. Soltanto allora potremo scoprire e capire anche noi stessi.



Voto finale: 7\10

venerdì 10 gennaio 2014

The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca


Vi ho lasciato con l'ultima recensione a fine dicembre, sconvolta per la situazione delle ragazze madri irlandesi negli anni '60 del secolo scorso. Adesso sono pronta a salutare voi e l'anno nuovo, con il commento di un film strepitoso, ma che mi ha lasciato una grande amarezza addosso.
The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca, fa riflettere. Perché non è possibile che in quella che viene definita la più grande democrazia del mondo la situazione dei neri fosse così drastica, appena cinquant'anni fa.

La pellicola è l'adattamento cinematografico di un articolo di giornale, che Wil Haygood ha pubblicato sul The Washington Post e che narrava la storia di Eugene Allen, ribattezzato Cecil Gaines nel film.

Cecil (Forest Whitaker) ha trascorso l'infanzia in una piantagione di cotone in Georgia, dove ha imparato a diventare un perfetto "negro di casa", ovvero un membro della servitù per la sua famiglia di ricchi bianchi. Una volta cresciuto decide di lasciare la piantagione, consapevole che i padroni lo avrebbero ucciso, prima o poi, se fosse rimasto lì. Dopo alcuni anni riesce a far parte dei domestici di un prestigioso hotel di Washington D.C., e in seguito viene contattato per far parte della servitù della Casa Bianca, durante il mandato di Eisenhower


Nonostante gli scontri con la moglie (Oprah Winfrey), che si sente trascurata, e con il figlio maggiore Louis (David Oyelowo), che inizia a prendere parte a manifestazioni per i diritti dei neri, Cecil rimane alla Casa Bianca dal 1957 al 1986, sotto sette diversi Presidenti: Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon, Ford, Carter e Reagan. Cecil non ha mai nessun pensiero negativo su nessuno dei presidenti, ma si nota benissimo il suo attaccamento al presidente Kennedy.


Lee Daniels e Danny Strong hanno diretto il film, e oserei dire che hanno fatto un ottimo lavoro. I 132 minuti della pellicola scorrono molto bene, nonostante vengano trattati argomenti seri e spinosi. Niente da dire anche sulla recitazione: il cast scelto è formidabile, e ogni singolo personaggio riesce ad esprimere al meglio la propria parte.
Sembra incredibile che appena sessant'anni fa la situazione dei neri fosse così terribile, mentre oggi abbiamo un presidente nero, Barack Obama. Tutto ciò dà da riflettere: i passi compiuti avanti dagli USA sono stati enormi, ma chissà se ancora esiste una vera e propria parità di diritti fra bianchi e neri statunitensi.

Anche il rapporto problematico con il figlio Louis è ben analizzato. Ci si immedesima perfettamente in entrambe le posizioni: in quella di Cecil, che non vuole avere problemi dato che si è sempre comportato seriamente e dato che ricopre un ruolo di prestigio; ma anche in quella del figlio, che non vuole arrendersi alla situazione di inferiorità a cui i neri americani sono costretti. 

Un ottimo film che stra consiglio, andate a vederlo e non ve ne pentirete.
Voto finale: 8\10

E ora un'ultima gif un po' idiota che mi piace troppo: mi raccomando commentate e seguite il blog... Ma soprattutto andate spesso al cinema!